)*(Stazione Celeste)
La
Co-Creazione secondo Kryon
di Paola Magnani
(Traduttrice dei libri di Kryon)
La
Co-Creazione è un’energia bellissima ed estremamente pratica. Un’onda che
possiamo
cavalcare per
realizzare la nostra vita. Una dinamica in movimento perpetuo che genera
continue
manifestazioni.
Il concetto
basilare della Co-Creazione secondo Kryon si fonda sul fatto che ciascuno di
noi non è “tutto
qui”, perché ciò che in genere pensiamo di essere e vediamo di noi è solo una
parte del nostro
vero e totale essere, che in realtà è multidimensionale. Quando ci incarniamo,
il corpo che
andiamo ad abitare non è predisposto a contenere tutta la nostra totalità multidimensionale;
pertanto, una parte di questa “entità quantica” che dà origine alla nostra personalità
sulla Terra (la nostra identità “storica”) resta “sull’altro lato del velo”,
conservando e mantenendo
sempre a nostra disposizione tutta l’esperienza e la saggezza e la conoscenza
di tutte nostre
vite precedenti, presenti e future [nello stato quantico non esiste il tempo].
Nelle prime
canalizzazioni questa parte viene citata come “Spirito” o con il termine
generico di “entourage”; successivamente Kryon spiega che si tratta anche di
ciò che noi chiamiamo guide, angeli
custodi, sé superiore, ecc.; poi, questo concetto si è ulteriormente espanso comprendendo
anche “chi ci ha amato e lasciato” e le nostre parti multidimensionali.
Mentre siamo
sulla Terra, la dualità in cui siamo immersi ci impedisce di ricordare e
riconoscere
queste parti noi, perché ci identifichiamo automaticamente e piuttosto
esclusivamente
con il nome e la storia che stiamo vivendo in questo nostro corpo attuale che
vediamo con
gli occhi fisici. Però noi non siamo limitati a quello che vediamo allo
specchio.
I punti della Co-Creazione
1. – La Co-Creazione è vivere sapendo di essere
sempre uniti e accompagnati da queste altre
nostre
dimensioni di noi, che restano invisibili non solo agli occhi ma anche alla
nostra
percezione
cosciente; e la Co-Creazione viene attivata dal nostro “intento” di farle
entrare nella nostra vita
materiale e quotidiana. La Co-Creazione, quindi, si attiva quando esprimiamo
una specifica e
consapevole richiesta di collaborazione a queste parti di noi che,
diversamente, non entrano nel
merito delle nostre scelte (quella libera scelta che ha l’Essere Umano
incarnato).
2. – Il nostro entourage (o lo Spirito, le nostre guide o angeli, ecc.) sa meglio di noi il perché
della nostra
incarnazione. Un altro dei concetti chiave di Kryon collegati alla Co-Creazione
è la
richiesta “Caro Spirito, dimmi ciò che devo
sapere/conoscere”. Esprimere
questa richiesta
dimostra che
a) riconosciamo la presenza dello Spirito – b) riconosciamo che possiamo fare
meglio sotto
la sua guida – c) riconosciamo che anche la realtà che ci circonda ha una
dimensione
invisibile, per cui ci sono scopi o movimenti di cui non siamo consapevoli ma
che
possono
contribuire alla nostra realizzazione se riuscissimo a coglierli e utilizzarli.
In questo
contesto, il termine inglese è “know”, che significa sia sapere (intellettualmente) che conoscere (fare esperienza). Quando noi esprimiamo
questa richiesta, manifestiamo la volontà non solo di
“sapere” o avere informazioni, ma anche di “conoscere”, cioè vivere e
sperimentare.
Questo è un punto delicato, perché il nostro NOI multidimensionale ha una
visione della
sua/nostra vita in funzione dell’esperienza dell’anima, quindi del suo benessere o sua
realizzazione, e non è
condizionato dai miti di successo, denaro e fama che governano una società
improntata al consumo e alla soddisfazione egoistica. Pertanto, quando si fa
questa richiesta
bisognerebbe essere consapevoli che la risposta potrebbe anche non piacerci o
non essere quella
che ci aspettavamo, e non stupirci se invece di ricevere subito pace e serenità arrivano
situazioni che ci impegneranno a “conquistare” la nostra pace e serenità.
Tuttavia, anche in
questo non siamo soli.
3. – La Sincronicità è uno degli
elementi che comincia a presentarsi dal momento in cui
chiediamo di
creare in collaborazione con le nostre parti multidimensionali. La sincronicità
è
proprio la
manifestazione del loro intervento: si alza una brezza così leggera da non
essere
notata, ma
che silenziosamente ci porta davanti le cose che dobbiamo affrontare o le cose
che
ci servono
per una realizzazione; incontriamo persone che non fanno parte della nostra
condizione
precedente e che aprono porte e allargano orizzonti di comprensione; succede
che
cose
difficili diventino più facili e che le tigri sul nostro cammino si rivelino
ombre di sagome di carta. Nell’ambito
della sincronicità c’è la situazione win-win, quella
condizione in cui le parti in causa invece di
contrapporsi trovano accordo e soddisfazione reciproca. Questo è dato perché le
parti multidimensionali
di noi dialogano anche con le parti multidimensionali dell’“altro”, perché anche il
supposto nemico o la persona fastidiosa o problematica ha una sua multidimensionalità
e un suo scopo, non solo per essere su questa Terra ma anche per il
nostro
incontro con lei.
Nel libro Sollevare il Velo, capitolo 14 [1], abbiamo la metafora
dell’Angelo del Parcheggio,
che ormai
molti utilizzano con successo. Qui viene spiegato come funziona questa
specifica cocreazione win-win nel trovare uno spazio libero per l’auto in
un centro commerciale di sabato pomeriggio.
Kryon spiega che “si tratta di
una danza sincronizzata fuori dal tempo e dallo spazio...
Tutto ciò che l’Angelo fa è allineare la danza” tra la persona che sta uscendo dal
negozio
perché ha concluso i suoi acquisti e la persona che sta cercando parcheggio.
Durante l’evento che si è tenuto a Milano Marittima nel settembre 2013,
riferendosi proprio a
questa
metafora, Lee Carroll ha detto che l’Angelo del Parcheggio non è affatto un
angelo, ma
una nostra
parte multidimensionale che si attiva per il nostro “esplicito intento” di
trovare uno spazio. È
questo nostro “esplicito intento” che va ad attivare la nostra “intuizione”
che,
automaticamente,
ci porta là dove verrà a liberarsi il posto dove parcheggeremo la nostra
auto. E ciò
vale per qualunque “esplicito intento”.
4. – Nella sincronicità intervengono sia le
parti multidimensionali di NOI come anche le parti
multidimensionali
degli ALTRI, perché nello stato quantico non c’è né tempo né spazio. Ecco,
quindi, che
la tempistica della nostra Co-Creazione considera anche i
tempi della Co-Creazione degli altri.
Pur essendo in una dimensione win-win, dove tutte le componenti in causa trovano naturalmente
armonia, sul piano terreno i tempi non sono uguali per tutti; così, se a
livello quantico la
realizzazione è istantanea (se anche non “già avvenuta” da prima), sul piano materiale ha
dei tempi di manifestazione. Bisogna quindi rispettare l’opera dello Spirito confidando
nel risultato.
5. – Ed è anche per questo motivo che Kryon ci
dice di non dare regole e porre limiti
allo
Spirito: fare la nostra richiesta, vedere il
risultato finale e non suggerire “come deve essere
fatto” o
avere aspettative. Infatti, noi possiamo ragionare solo per le esperienze
vissute nel
nostro passato, non di rado origine delle questioni che dobbiamo risolvere. Bisogna
confidare
che
riceveremo da un piano “più alto” dove si ha una visione più ampia, tutte le
istruzioni, i
suggerimenti,
i sogni, le intuizioni, le sincronicità che “ci” permetteranno di realizzarlo
nei modi più
imprevedibili, e pertanto restare vigili e aperti, senza escludere nulla.
6. – Nella Co-Creazione ci sono anche le cose che non sono successe e che ci dimentichiamo di
“festeggiare”.
Spesso ci lamentiamo per un qualche contrattempo che non ci ha permesso di
arrivare per
tempo a fare quel che desideravamo fare. Ebbene, Kryon ci invita a considerare
che: a) forse
non era opportuno che lo facessimo; b) talvolta il contrattempo ci blocca in
una
situazione
solo per permettere che altri elementi della nostra esperienza arrivino a
maturazione e
la rendano, pertanto, più completa; c) è in atto un diverso disegno.
Nella
Co-Creazione e nella sincronicità non c’è solo quello che vediamo, ma anche
quello che
non vediamo e
che forse non vedremo mai, come per esempio pericoli scampati o delusioni
evitate. La
cronaca è piena di persone che hanno mancato quella che pareva un’occasione
imperdibile
per poi felicitarsi di aver trovato di meglio. Manzoni l’ha definita la Provvida
Sventura – dinamiche che si muovono, potremmo dire,
dietro le quinte e delle quali raramente siamo
consapevoli. Essere connessi con le nostre parti multidimensionali e fidarsi
della loro presenza, ci
permette di riconoscere anche questi momenti di apparente “fallimento” o
“sfortuna”, per inserirli in un quadro generale di più ampio respiro e maggiore
perfezione dellanostra vita.
7. – Un altro punto chiave è la Risonanza Spirituale. Questo concetto è stato illustrato con la
metafora
della sinfonia o del coro. Pur essendo
ogni strumento perfetto e a sé stante, con
un timbro
unico e meraviglioso, perfetto nella sua estensione di poche o molte ottave,
quando
entra a far
parte di un’orchestra la sua perfezione deve entrare in risonanza armoniosa con
la
perfezione di
tutti gli altri strumenti. In una sinfonia suonano tutti gli strumenti, ma
suonano
seguendo il
tempo e i modi richiesti dall’armonia del tutto. Nessuno che ama la musica o
che
suona uno
strumento giudica il pianoforte più importante di una tromba, anche se il
pianoforte ha 88 tasti e
la tromba solo 3 o 4; o la tromba più importante di un oboe, che ha una frequenza
vibrazionale meno imponente.
Così, ci sono
opere sinfoniche che richiedono un grande impegno ai violini e meno ai fiati, o
un
impegno
diverso a gruppi di strumenti diversi. Allo stesso modo, le voci in un coro si
alternano o cantano insieme
per creare la melodia, e se da un tenore o un soprano il punto di forza può essere
l’acuto, di un basso o un contralto si apprezza la “gravità”.
Ogni nostra
vita può essere paragonata a una sinfonia di cui noi siamo uno degli strumenti,
a
volte siamo un
violino, altre volte una grancassa o un ottavino. Ciò che è importante è essere
il miglior
violinista o percussionista possibile nella sinfonia che abbiamo scelto di
interpretare, o fare sì che
la nostra voce nel coro non sia “stonata”. Quindi, ciò che è importante è fare
il
nostro meglio
là dove siamo con quello che abbiamo.
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